Giuseppe Corte, uomo d'affari, si reca in una speciale casa di cura per guarire da una leggera forma di febbre. Il sanatorio, edificato su sette piani, presenta una caratteristica particolare: i pazienti vengono alloggiati piano per piano a seconda della loro gravità, partendo dal settimo per le forme leggerissime. Il signor Corte viene visitato e sistemato al settimo piano. Dopo un po' il paziente non accenna a miglioramenti, così con una scusa viene trasferito al sesto piano. Dopo essere stato tranquillizzato sulla sua situazione, il signor Corte scende ancora di piano per delle cure. Egli, che è definito così sano da poter essere dimesso, incomincia a preoccuparsi per la sua salute. Anche per questo continua ad essere trasferito verso il pianoterra, luogo dei moribondi. Giunto dunque al primo piano, Giuseppe Corte muore avvilito per l'insieme di errori formali che hanno causato la sua rapida discesa verso "il basso". Corte è vittima della propria speranza, per tutta la vita aspetta una ricompensa ma alla fine si rende rende conto che non esiste un premio e che la beffa è solo la conclusione di un destino ineluttabile. L'ossessione si traduce in disperazione per l'impotenza e la mancanza di controllo sulla propria vita. Attesa, ossessione, destino, prigionia, assurdità dell'esistenza, alienazione. Sono i temi di Buzzati.


"Santoro ha dato oralità al testo con la solita sicurezza ed efficacia, esprimendo la voce del protagonista e della sua crescente preoccupazione, come quella degli altri interlocutori, medici, infermieri..., sfumata di circostanziata ipocrisia." L'osservatore, maggio 2021.


Recital da
Sette piani, di Dino Buzzati

Voce recitante
Emanuele Santoro

Musiche dal vivo
Claudia Klinzing

Assistente
Antonella Barrera



> repertorio recitals (.pdf)






SOLOcon Dino Buzzati
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