Siamo a Firenze, nel 1348, in piena epidemia di peste nera. Sette donne e tre uomini benestanti si rifugiano in una villa sui colli fuori città per proteggersi dal contagio. Lockdown medievale. Staranno insieme quattordici giorni e, per passare il tempo, ogni giorno, tolti due volte due giorni di riposo, ognuno di loro racconterà una novella. Dieci giorni, cento novelle. I temi principali, stabiliti dalla regina o dal re del giorno, saranno l'amore, la fortuna e l'ingegno, raccontati in più modi.
Un inventario delle passioni e dei sentimenti umani, una lettura realistica del mondo. Per questo, ma solo nell'ottocento, De Sanctis definisce il Decameron una commedia umana, un po'come fece lo stesso Boccaccio con Dante attribuendo l'aggettivo Divina alla sua Commedia.
Nel cinquecento, per volere di Papa Paolo IV, viene redatto l'indice dei libri proibiti e l Decameron ci finisce dritto e ispedito. Solo nel Settecento Boccaccio recupererà la sua importanza e il Decameron verrà osservato con occhi nuovi, superando la polemica religiosa e moralistica.
Leggendolo oggi, in un adattamento-traduzione che lo rende un po'meno ostico dell'originale in volgare, ci rendiamo conto di quanto il Decameron sia moderno, attuale, intelligente, ironico e divertente. Un capolavoro che oltre ad essere considerato capostipite della letteratura in prosa, è senza dubbio uno dei testi più famosi e importanti della letteratura italiana. (Emanuele Santoro)
Recital dal libro
Decameron, di Giovanni Boccaccio
Voce recitante
Emanuele Santoro
Musiche dal vivo
Claudia Klinzing
Assistente
Antonella Barrera
> repertorio recitals (.pdf)