In Amleto c'è molto, moltissimo, ma soprattutto c'è il teatro, quello scritto e vissuto, quello che parla di Komos e Tragos, della commedia e della tragedia della vita, di come affrontarle ed accettarle come facce di una stessa medaglia. Se Shakespeare ci insegna il teatro, Amleto ci offre una possibilità di riflessione. I suoi argomenti sono anche i nostri. I giochi di potere, l'ambizione, l'amicizia, la lealtà, l'amore, la fedeltà... Egli intraprende una profonda introspezione, tanto da farci dubitare di tutto. Ci induce ad aprire gli occhi sul mondo e ad analizzarlo, rifiutando facili assiomi. Amleto si interroga, prima ancora che sugli avvenimenti, sui misteri della sua stessa natura. Una visione della vita che si allontana dal semplice concetto di tragedia per farsi schema sulla condizione dell'uomo.

"Come mi sembrano estenuanti, corrotte, fastidiose e inutili tutte le abitudini del mondo! È un giardino abbandonato che non dà frutti, posseduto solo dalle cose più scadenti e putride / Essere o non essere. Il resto è fastidio"

Ecco il punto di partenza. Il fastidio. (Emanuele Santoro)


Hanno detto:

"Per l'attore una performance di stile e di bravura." L'osservatore, dicembre 2020.

"Santoro ci propone un adattamento personalissimo della tragedia scespiriana. Il suo è un teatro di idee che ha il pregio di aprirsi a più livelli di fruizione." AZIONE, febbraio 2005.



Recital da
Amleto, di William Shakespeare

Adattamento e interpretazione
Emanuele Santoro

Assistente
Antonella Barrera



> repertorio recitals (.pdf)






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